Art. 13. (Finanziamento)

  1. Per il finanziamento delle attività e dell’ organizzazione degli istituti di patronato e di assistenza sociale relative al conseguimento in Italia e all’estero delle prestazioni in materia di previdenza e quiescenza obbligatorie e delle forme sostitutive ed integrative delle stesse, delle attività di patronato relative al conseguimento delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, comprese quelle in materia di emigrazione e immigrazione, si provvede, secondo i criteri di ripartizione stabiliti con il regolamento di cui al comma 7, mediante il prelevamento dell’aliquota pari allo 0,226 per cento a decorrere dal 2001 sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall’ Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), dall’ Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP), dall’ Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dall’ Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA). Salvo quanto disposto dal comma 2, le somme stesse non possono avere destinazione diversa da quella indicata dal presente articolo.
  2. Il prelevamento di cui al comma 1 è destinato al finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale nelle seguenti percentuali:
    a) 89,90 per cento all’attività;
    b) 10 per cento all’organizzazione, di cui il 2 per cento per l’estero;
    c) 0,10 per cento per il controllo delle sedi all’estero, finalizzato alla verifica dell’organizzazione e dell’attività.
  3. I predetti istituti provvedono, entro e non oltre il 31 gennaio di ciascun anno, al versamento, nello stato di previsione dell’entrata del bilancio dello Stato, nell’unità previsionale di base 6.2.2 «Prelevamenti da conti di tesoreria; restituzioni; rimborsi; recuperi e concorsi vari», sul capitolo 3518, di una somma pari all’80 per cento di quella calcolata applicando l’aliquota di cui al comma 1 sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell’anno precedente. Entro e non oltre il 30 giugno di ciascun anno, gli istituti previdenziali stessi provvedono a versare, sulla stessa unità previsionale di base, capitolo 3518, la restante quota.
  4. A decorrere dall’anno 2002, al fine di assicurare tempestivamente agli istituti di patronato e di assistenza sociale le somme occorrenti per il regolare funzionamento, gli specifici stanziamenti, iscritti nelle unità previsionali di base dello stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, sono determinati, in sede previsionale, nella misura dell’80 per cento delle somme impegnate, come risultano nelle medesime unità previsionali di base nell’ultimo conto consuntivo approvato. I predetti stanziamenti sono rideterminati, per l’anno di riferimento, con la legge di assestamento del bilancio dello Stato, in relazione alle somme effettivamente affluite all’entrata, per effetto dell’applicazione dell’aliquota di cui al comma 1, come risultano nel conto consuntivo dell’anno precedente.
  5. In ogni caso, è assicurata agli istituti di patronato l’erogazione delle quote di rispettiva competenza, nei limiti dell’80 per cento indicato nel comma 4, entro il primo trimestre di ogni anno.
  6. Le aziende sanitarie locali che decidono di avvalersi, in regime convenzionale, delle attività di patronato e di assistenza volte al conseguimento delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, al fine di fronteggiare il relativo onere, sono tenute ad adottare misure di contenimento dei costi gestionali per un equivalente importo, da deliberarsi da parte dei competenti organi.
  7. Con regolamento del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, adottato ai sensi dell’ articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentiti gli istituti di patronato e di assistenza sociale, sono stabilite le modalità di ripartizione del finanziamento di cui ai commi 1 e 2, sulla base dei seguenti criteri:
    a) previsione delle quote percentuali da destinare al finanziamento dell’attività svolta in Italia e all’estero;
     b) individuazione dell’attività e dell’organizzazione da assumere a riferimento per la ripartizione delle risorse di cui ai commi 1 e 2 e per il loro aggiornamento periodico, definendo, altresì, le modalità di accertamento, di rilevazione e controllo dell’attività, dell’estensione e dell’efficienza dei servizi; i criteri per la valutazione dell’efficienza delle sedi, dell’attività svolta, in relazione all’ampiezza dei servizi, al numero degli operatori ed al peso ponderato dei suddetti elementi;
    c) definizione, per le attività svolte e per l’organizzazione, delle modalità di documentazione e dei criteri di verifica anche di qualità, da parte del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, nonché delle modalità di presentazione delle istanze di rettifica delle rilevazioni effettuate e dei criteri per la definizione di eventuali discordanze nella rilevazione delle attività e dell’organizzazione;
    d) previsione di un periodo transitorio, comunque non superiore ad un triennio, volto a consentire una graduale applicazione del nuovo sistema di finanziamento.
  8. Per il perseguimento delle finalità loro proprie, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono altresì ricevere:
    a) eredità, donazioni, legati e lasciti;
    b) erogazioni liberali;
    c) sottoscrizioni volontarie;
    d) contributi e anticipazioni del soggetto promotore e delle sue strutture periferiche.
  9. I maggiori oneri per la finanza pubblica, valutati in lire 54 miliardi a decorrere dall’anno 2001, sono compensati mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 3 del decreto-legge 20 gennaio 1998, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1998, n. 52.