Covid-19, INAIL: a settembre la ripresa dei contagi sul lavoro, ora sono oltre 54mila

È online il nono report nazionale elaborato dall’Inail insieme alla versione aggiornata delle schede
di approfondimento sulle infezioni di origine professionale registrate nelle 19 regioni italiane e nelle
  due province autonome di Trento e Bolzano. Alla data del 30 settembre, i casi segnalati all’Inail
sono pari a circa il 15% del complesso delle denunce pervenute dall’inizio dell’anno, circa il 17,2%
rispetto al totale dei contagi nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa
data e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (51,2%) e aprile (33,8%); sono state registrate 1.919
denunce in più rispetto al 31 agosto e i decessi sono cresciuti di 16 unità.

I decessi risultano essere concentrati soprattutto tra gli uomini e nelle fasce di età over 50, con
una media di 59 anni: si tratta principalmente di lavoratori italiani, ma tra gli stranieri la
comunità più colpita è quella peruviana (a seguire Romania e Albania).

Se prendiamo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale denunciate però, il
rapporto tra i generi si inverte, circa 7 contagiati su 10 sono donne e l’età media scende a 47 anni.

Nel Nord-Ovest più della metà dei casi, con la Lombardia che si conferma la regione più colpita,
con il 35,2% dei contagi denunciati e il 41,7% dei casi mortali.

A Milano spetta poi il primato negativo di contagi tra le province, con il 10,8% del totale delle
infezioni sul lavoro denunciate, segue:

  • Torino (7,8%),
  • Brescia (5,4%)
  • Bergamo (4,6%), che con 37 decessi, pari all’11,6% del totale, si conferma al primo posto per
    numero di mortalità.

Il settore più colpito è, prevedibilmente, quello della sanità e assistenza sociale (ospedali, case
di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – con il
70,3% delle denunce e il 21,3% dei decessi notificati. Gli altri settori più colpiti sono i servizi di
supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla
lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare) e le attività dei servizi
di alloggio e ristorazione.

L’andamento del fenomeno nei vari ambiti di attività

Se nei mesi estivi di giugno-agosto, anche per effetto delle ferie, i contagi su posto di lavoro sono
scesi ben al di sotto dei mille casi mensili, in settembre è emersa un aumento dei casi denunciati,
che hanno superato nuovamente quota mille, numero destinato ad aumentare ulteriormente nella
prossima rilevazione.

“Ripartendo l’intero periodo di osservazione in due intervalli – fase di “lockdown” (fino a maggio
compreso) e fase “post lockdown” (da giugno a settembre) – si riscontrano significative differenze
in termini di incidenza del fenomeno nei vari ambiti di attività”- dichiara l’Inail- “Per l’insieme dei
settori della sanità, assistenza sociale e amministrazione pubblica, in particolare, si osserva una
riduzione dell’incidenza delle denunce, passata dall’80,6% dei casi codificati fino a maggio al
54,2% del quadrimestre successivo, con un nuovo incremento della quota nel solo mese di
settembre. Viceversa, la graduale ripresa delle attività sospese durante il lockdown è stata
accompagnata da un aumento della quota di denunce in altri settori, a partire da quelli che nel
periodo estivo hanno avuto una crescita di lavoro, come i servizi di alloggio e ristorazione (passati dal 2,5% del primo periodo al 6,4% del quadrimestre successivo), il commercio (dall’1,4% al
3,4%) o i trasporti (dall’1,1% al 4,9%)”.

Con il periodo di ferie estivo, infine, esercenti dei servizi di alloggio e ristorazione sono passati
dallo 0,6% di contagi denunciati nel primo periodo, al 3,5% di giugno-settembre, così come gli
addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (dallo 0,5% all’1,4%) o degli artigiani e operai
specializzati (dallo 0,2% al 4,8%).

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