INAIL: infortuni e malattie professionali tra i lavoratori stranieri
INAIL diffonde i numeri di infortuni e malattie professionali tra i lavoratori stranieri nel nuovo periodico di aprile 2023, come comunica in una nota del 15 maggio. In particolare, per lavoratori stranieri si intende tutti i lavoratori nati all’estero, compresi i cittadini italiani e le persone di origine straniera che hanno acquisito la cittadinanza italiana
I dati INAIL
I dati INAIL contano quasi 2,3 milioni di lavoratori stranieri in Italia, contro gli oltre 20 milioni italiani. Tra gli stranieri, 950mila (il 42%) sono donne. Inoltre, spesso la loro occupazione rimane costante nel corso del tempo, con scarsa mobilità, e in alcuni casi lavorano in maniera irregolare, molte volte in situazioni di sfruttamento. Scrive INAIL , infatti, che “le loro condizioni sono mediamente peggiori rispetto a quelle degli italiani: svolgono lavori poco qualificati e con salari medi più bassi rispetto ai loro colleghi” (nota del 15 maggio 2023).
Inoltre, un terzo dei lavoratori stranieri possiede un titolo di studio più alto rispetto al lavoro svolto, e spesso si tratta di lavori particolarmente pesanti, manuali e ripetitivi, che li espongono a rischi di infortunio e malattie professionali maggiori.
“Il 42,4% degli uomini, in particolare, è occupato nell’industria e nelle costruzioni, il 38,2% delle donne nei servizi domestici e di cura. Manovali, braccianti, camerieri, facchini, trasportatori, addetti alle pulizie sono le professioni più frequenti (63,8% degli stranieri in professioni non qualificate o operaie, contro il 31,7% degli italiani)”, scrive INAIL nella stessa nota
Infortuni tra i lavoratori stranieri
Le denunce di infortunio tra i lavoratori stranieri in Italia, nel 2021 sono aumentate del 3,1% rispetto al 2020. Nel 78% dei casi si tratta di lavoratori non comunitari. I casi mortali sono stati 1400, in aumento del 18% rispetto al 2017.
“Oltre la metà delle denunce (53%) riguarda i lavoratori delle attività manifatturiere, della sanità, del trasporto e magazzinaggio e delle costruzioni, mentre le professioni più coinvolte sono quelle dei facchini, dei conduttori di mezzi pesanti, dei muratori in pietra e mattoni, del personale addetto all’imballaggio e al magazzino e dei manovali nell’edilizia civile, che complessivamente raggiungono un terzo del totale dei casi denunciati, percentuale nettamente più alta di quella che si riscontra per gli italiani occupati nelle stesse mansioni (12,6%). Tra le donne straniere, quasi la metà delle infortunate (47%) sono impiegate nell’ambito sanitario, nell’assistenza personale, nei servizi di pulizia ed esercizi commerciali e come collaboratrici domestiche. Le comunità più colpite sono quelle rumena, albanese e marocchina, con il 36% delle denunce del 2021” (NOTA INAIL)
Malattie professionali tra i lavoratori stranieri
Le malattie professionali tra i lavoratori stranieri nel 2021 sono il 7,5% del totale denunciato, in aumento del 31,6% rispetto al 2021.
“Due terzi (2.712) sono state denunciate da lavoratori di genere maschile e il 69% (2.852 casi) da lavoratori extra Ue, in particolare albanesi (655), marocchini (382) e svizzeri (330). La percentuale di incremento delle patologie denunciate dagli stranieri nel biennio 2020-2021 risulta più elevata per i non comunitari (+35,3%, da 2.108 a 2.852), rispetto a quella dei comunitari, che registrano un +24,2% (da 1.034 a 1.284). Tra i settori di attività economica, al netto dei casi indeterminati, il 37,3% dei casi dei lavoratori stranieri si concentra nel settore manifatturiero, soprattutto alimentare e della fabbricazione dei prodotti in metallo, e il 23,6% nelle costruzioni. La maggior parte delle denunce (77,7%) ha riguardato le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, che insieme a quelle del sistema nervoso e dell’orecchio raggiungono complessivamente il 95,1% del totale, senza particolari differenze tra lavoratori comunitari ed extra Ue”, scrive INAIL.
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