La disabilità in Italia: i numeri e l'integrazione socio-sanitaria
In questo articolo parleremo della disabilità in Italia, dei numeri e delle misure di integrazione socio-sanitaria dedicate.
I numeri
In Italia, nel 2019, il numero delle persone con disabilità è pari al 5,2% della popolazione totale, circa 3 milioni e 150 mila individui, soprattutto anziani oltre i 75 anni di età, che si trovano in forte difficoltà nell’affrontare le attività domestiche quotidiane e sono colpiti da limitazioni funzionali e dell’autonomia personale.
Per quanto riguarda la popolazione più giovane, sopra i 15 anni, le limitazioni nel camminare sono pari al 7,2%, quelle dell’udito pari al 4,1% e quelle della vista pari al 2%; inoltre, le zone maggiormente colpite sono le Isole (con un’incidenza del 6,5%), seguite dal Nord Est (col 4,5%).
La disabilità in Italia: il ruolo della famiglia
Il ruolo della famiglia è fondamentale nei casi di disabilità in Italia, perché è lì che si svolge la cura primaria della persona disabile, ed è nel contesto familiare che si contrasta l’esclusione sociale. Purtroppo, le famiglie che nel proprio nucleo hanno persone affette da disabilità, nella maggior parte dei casi hanno un reddito inferiore del 7,8% rispetto a quello medio nazionale, e sono soprattutto le reti informali a dare sostegno alla famiglia, attraverso servizi di accompagnamento, assistenza personale, attività domestiche e aiuto nelle pratiche burocratiche connesse alle prestazioni sanitarie.
Per quando riguarda il welfare e la rete di trasferimenti monetari (di contrasto alla povertà dei nuclei familiari con componenti disabili), circa il 48,9% delle famiglie riceve almeno un’erogazione economica volta all’assistenza e alla cura della persona disabile, compreso di trasferimento monetario di tipo previdenziale, sebbene queste risorse siano ancora insufficienti ad equiparare il loro reddito alla media nazionale, soprattutto nell’area geografica del sud Italia.
Gli Enti locali
Gli Enti Locali, come i Comuni, hanno un ruolo fondamentale nell’ambito del supporto alla disabilità, attraverso servizi e iniziative finalizzate a garantire sostegno alle famiglie e all’inclusione sociale. Con l’istituzione del “Fondo nazionale per la non autosufficienza”, la spesa dei Comuni, rivolta al sostegno della disabilità, è passata dal miliardo e 22 milioni del 2003, ai 2 miliardi e 5 milioni di euro del 2018; si tratta di risorse utilizzate principalmente per centri diurni e strutture residenziali che offrono sostegno alle famiglie con disabili durante tutto il giorno, in maniera continuativa.
La disabilità a scuola
La disabilità a scuola è stata oggetto di una serie di misure nazionali volte all’inclusione e all’aumento della partecipazione scolastica da parte di bambini e ragazzi affetti da disabilità. Di fondamentale importanza è principalmente il ruolo degli insegnanti di sostegno, sebbene oltre un terzo di essi in Italia non abbia una formazione specifica in merito. La presenza a scuola di questi insegnanti è più alta al Centro e al Nord Italia, mentre al Sud si registra un altissimo numero di studenti per ogni insegnante di sostegno, pari a circa 13 alunni per ogni insegnante (contro i 4,4 in media del Centro e del Nord).
A livello scolastico però, la situazione italiana è ancora carente in strumentazione tecnologica per bambini disabili, e caratterizzata ancora da barriere architettoniche che risultano essere ancora presenti in 2 scuola su 3, e non permettono l’accesso agevole agli edifici scolastici.
Per saperne di più è possibile consultare il documento dell’Istat (datato 24 marzo 2021) che trovate qui.
La disabilità in Italia: l'integrazione socio-sanitaria
Nell’ambito della disabilità in Italia, l’integrazione socio-sanitaria rappresenta progetti volti all’erogazione di prestazioni sanitarie e, congiuntamente, di servizi sociali, così come stabilito dal D.p.c.m del 12 gennaio 2017. Si tratta di far fronte ai bisogni della persona disabile su più livelli, a partire dalla valutazione multidimensionale dei suoi bisogni, che siano primari, clinici o sociali. In prima battuta, inoltre, si privilegia la permanenza della persona con disabilità nel proprio domicilio, sebbene i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) garantiscano anche centri diurni e residenziali come luoghi di supporto (medico, psicologico e riabilitativo) erogati dal SSN.
Destinatari dei progetti di integrazione socio-sanitaria
I destinatari dei progetti di integrazione socio-sanitaria sono:
- le persone fragili;
- le persone affette da malattia cronica, e non autosufficienza (incluse le demenze);
- i malati terminali e in fine vita;
- le persone affette da disturbi mentali;
- i minori affetti da disturbi psichiatrici e del neurosviluppo;
- le persone con dipendenze patologiche;
- le persone affette da disabilità.
Le informazioni qui riportate sono tratte dalla Documentazione Parlamentare della Camera dei Deputati sulle “Politiche per la non autosufficienza e la disabilità”, che puoi trovare qui
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